domenica 6 aprile 2008

I silenzi della storia

"Chi sono costoro che parlano a nome della patria? Si era domandato Soardi convinto di completare per se stesso un discorso riferito al colloquio avuto poco prima con J.M.

Maria lo aveva invitato a sedere con voce dolce, ma determinata:>, aggiungendo subito che non avrebbe mai ripetuto, neppure di fronte alle torture, quanto stava per confessargli.

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, aveva chiesto Soardi con voce dettata dall'impulso.

.

Il racconto della giovane donna si era poi soffermato nei particolari del suo dramma.

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-Soardi non riusciva a trattenere lo stupore e l'indignazione incalzandola di domande. Era noto che il re Vittorio Emanuele II aveva le mani molto piccole, sproporzionate al suo corpo.

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La donna dapprima non rispose poi, con molta fatica disse:>.

, quasi gridò Soardi.

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, continuò il magistrato.

. Abbiamo tratto questo episodio da pagina 175 del libro di Diego Novelli " Amor di Patria"(1) ed una domanda ci è d'obbligo: di chi erano le mani luride ed appiccicose che profanarono la verginità di madamigella Maria? Chi era quel porco di Stato? Chi aveva fatto rapire la minorenne torinese? Chi aveva sistemato il fratello di madamigella Maria per riparare all'infame atto compiuto? Ce lo dice Filippo Curletti a pag. 5 del suo memoriale:.

Alle ore 8 di sera mi vi portai; un portiere senza livrea m'introdusse in una piccola sala semplicemente adorna. Nel punto in cui entrai, il conte di Cavour parlava con un personaggio a me ignoto. Il conte si volse verso di me, e avendomi riconosciuto disse al suo interlocutore:>. Egli diede a queste ultime parole una particolare significanza e sorrise.

Poco appresso mi feci capace di cosiffatto sorriso quando cioè il generale Sanfront (imparai più tardi il suo nome) dopo avermi fatto molte interrogazioni circa la mia famiglia, età, ecc.ecc., mi chiese improvvisamente:>.

In sulle prime rimasi sbalordito alla singolare domanda; poi risposi di sì. Ebbene, riprese il generale, vieni meco ch'io te la faccio conoscere; e sì dicendo lasciammo il ministero.

Non è mia intenzione far parola dei particolari di codesta avventura, colla quale principiai molto miseramente i miei servigi per la causa italiana. Cotale avventura levò gran rumore a Torino, ove da nessuno si ignora la storia di Madamigella Maria D... il cui fratello, poco dopo il fatto, fu nominato capo dell'ufficio delle Poste.

Questa impresa non è la sola del medesimo genere, onde mi sia quind'innanzi occupato; nullameno delle altre farò motto, perocchè, riferendosi alla vita privata, non possono avere alcun interesse per il grave lettore.(2)

Invece a noi interessano questi particolari, Curletti ci ha fatto intendere che chi profanò la verginità di madamigella Maria fu proprio il Cavour quando scrive che il Primo Ministro piemontese"...diede a queste ultime parole una particolare significanza e sorrise..."

Chi non sorrise fu proprio la madamigella di Torino e chissà quante altre verginelle. Fatti gravissimi da condannare penalmente e moralmente; noi ci atteniamo solo ai fatti raccontati dal Curletti per il quale il suo padrone risultava essere un pedofilo, questo si deduce dal racconto testè descritto. Da notare che codesti fatti vennero a galla solo dopo la morte del primo ministro piemontese, quando in quel di Torino vennero alla luce fatti e misfatti che coinvolgevano la polizia durante il processo cosiddetto Cibolla.

Il corso principale della mia città è intitolato al Cavour; speriamo che presto, la commisione per la toponomastica che si insediera a breve cancellerà quel nefasto cognome dalle lapidi della città tirrenica. Quel barbaro signore, quando Cialdini e Persano stavano bombardando Gaeta, intimò loro di raderla al suolo perché i gaetani ed i borbonici ritardavano i suoi piani di conquista.

Da una ricerca storica di Antonio Ciano di prossima pubblicazione

http://www.telefree.it/news.php?op=view&id=54643

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